But then, what is it? It is a small bad dude

Roberto Piumini's nursery rhyme to explain the epidemic to children in a "rigorous way, but without transmitting anxiety"

TUESDAY 17TH MARCH 2020 This article is older than 1 year

How do you talk about coronavirus in children? The health facility humanitas San Pio x in Milan has turned to the famous italian writer Roberto Piumini who wrote, on his birthday on 14 March (he turned 73), a nursery rhyme taken up in social media between mothers and teachers. Verses to tell the little ones about that virus that “wears the crown, but is certainly not a king, and not even a person. But then, what is it? He’s a little piece of work…”.

The aim was to explain the epidemic in a “rigorous, but without transmitting anxiety”. The writer for children and young people, considered the heir of Gianni Rodari, wanted to donate a poem that also serves to teach children the rules (washing your hands, staying at home). Verse, when you can’t see yourself at school, hug, play in the park. A gift.
Also because, he recalls in his rhyme: “Words are gifts, they are seeds to be sent, because they are good seeds, to whom we want to love” (ILARIA VENTURI, Repubblica.it)

This is the Roberto Piumini’s nursery rhyme (in italian only)

Che cos’è che in aria vola?
C’è qualcosa che non so?
Come mai non si va a scuola?
Ora ne parliamo un po’.

Virus porta la corona,
ma di certo non è un re,
e nemmeno una persona:
ma allora, che cos’è?

È un tipaccio piccolino,
così piccolo che proprio,
per vederlo da vicino,
devi avere il microscopio.

È un tipetto velenoso,
che mai fermo se ne sta:
invadente e dispettoso,
vuol andarsene qua e là.

È invisibile e leggero
e, pericolosamente,
microscopico guerriero,
vuole entrare nella gente.

Ma la gente siamo noi,
io, te, e tutte le persone:
ma io posso, e anche tu puoi,
lasciar fuori quel briccone.

Se ti scappa uno starnuto,
starnutisci nel tuo braccio:
stoppa il volo di quel bruto:
tu lo fai, e anch’io lo faccio.

Quando esci, appena torni,
va’ a lavare le tue mani:
ogni volta, tutti i giorni,
non solo oggi, anche domani.

Lava con acqua e sapone,
lava a lungo, e con cura,
e così, se c’ è, il birbone
va giù con la sciacquatura.

Non toccare, con le dita,
la tua bocca, il naso, gli occhi:
non che sia cosa proibita,
però è meglio che non tocchi.

Quando incontri della gente,
rimanete un po’ lontani:
si può stare allegramente
senza stringersi le mani.

Baci e abbracci? Non li dare:
finché è in giro quel tipaccio,
è prudente rimandare
ogni bacio e ogni abbraccio.

C’ è qualcuno mascherato,
ma non è per Carnevale,
e non è un bandito armato
che ti vuol fare del male.

È una maschera gentile
per filtrare il suo respiro:
perché quel tipaccio vile
se ne vada meno in giro.

E fin quando quel tipaccio
se ne va, dannoso, in giro,
caro amico, sai che faccio?
io in casa mi ritiro.

È un’ idea straordinaria,
dato che è chiusa la scuola,
fino a che, fuori, nell’aria,
quel tipaccio gira e vola.

E gli amici, e i parenti?
Anche in casa, stando fermo,
tu li vedi e li senti:
state insieme sullo schermo.

Chi si vuole bene, può
mantenere una distanza:
baci e abbracci adesso no,
ma parole in abbondanza.

Le parole sono doni,
sono semi da mandare,
perché sono semi buoni,
a chi noi vogliamo amare.

Io, tu, e tutta la gente,
con prudenza e attenzione,
batteremo certamente
l’antipatico birbone.

E magari, quando avremo
superato questa prova,
tutti insieme impareremo
una vita saggia e nuova.

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