Un modo di comunicare “molto dimostrativo”

Richard Kalvar racconta come ha scoperto la gestualità degli italiani

LUNEDÌ 24 OTTOBRE 2022 Questo articolo ha più di 1 anno

In occasione della visita guidata alla mostra La voce delle mani, Maria Callas and the Italians a Palazzo Callas Exhibitions, Richard Kalvar ha raccontato come è avvenuto il suo primo incontro con i gesti degli italiani, scoperti casualmente più di 40 anni fa in occasione di una visita a Roma.

l nostro originale modo di comunicare attraverso parole e gesti che il fotografo americano definisce “molto dimostrativo” ha ispirato l’importante progetto fotografico esposto nelle sale della mostra.

Nelle parole del fotografo di Magnum Photos anche un riferimento al workshop di street photography da lui condotto a Sirmione.


“Sono stato in Italia per la prima volta nel 1978 quando è morto Papa Paolo [Paolo VI]. Ovviamente sapevo già molto dell’Italia ma il fatto di esserci fisicamente per la prima volta fu un’esperienza travolgente. Tra la morte del papa e le cerimonie di elezione del nuovo papa avevo circa 10 giorni di tempo a disposizione che trascorsi passeggiando per Roma, scoprendola e scattando il tipo di foto che mi piace fare: foto di esseri umani che interagiscono o meno. Roma è stato davvero un posto perfetto perché, prima di tutto, le persone interagiscono molto e lo fanno in modo molto fisico, con le mani. Così ho fatto molte foto ed è stato l’inizio di quello che vedi qui [in mostra]. Poi sono tornato in Italia altre volte e ho continuato a fotografare persone che parlano insieme o che non parlano insieme e ho realizzato tutte queste foto di persone che parlano in modo molto dimostrativo.

[Sirmione] è una città ovviamente molto bella, con una storia interessante, ma dal mio punto di vista è un po’ difficile… perché c’è fondamentalmente un’industria a Sirmione che quella del turismo e la maggior parte delle persone che vedi sono in realtà tedesche piuttosto che italiane… ma va bene così, perché no? A me piace fotografare le persone, e quindi ho fatto fotografie e sto anche conducendo un workshop per studenti. È un’esperienza interessante, mi sto divertendo e sto facendo delle belle fotografie. Alcuni dei miei studenti stanno facendo gite di un giorno a Brescia o a Verona, perché nelle città più grandi forse succedono più cose. Vanno lì ma poi tornano qui e rimangono qui il resto del tempo perché in realtà si divertono a fotografare qui”.