Successivamente all’età del Bronzo anche la terraferma fu abitata, benché fino all’età romana manchi una documentazione che ne confermi le modalità. Possiamo pensare che il primitivo insediamento sirmionese sia nato grazie ad alcune caratteristiche del luogo.

Anzitutto la particolare conformazione di questo lembo di terra circondato dall’acqua e quindi sicuro. Il territorio a nord del castello, che ha la forma di un triangolo con lato maggiore di m.1250 e larghezza massima di m. 750, è costituito da tre colline: Cortine, San Pietro in Mavinas, le “Grotte di Catullo”.

Su quest’ultima sorgono le rovine della villa romana (I secolo d. C.), che una lunga tradizione, priva di fondamento, attribuisce al poeta Catullo, vissuto nel I secolo a. C. E’ probabile tuttavia che la famiglia veronese dei Valeri, alla quale apparteneva il poeta, avesse possedimenti a Sirmione; alcuni suoi famosi versi convaliderebbero questa ipotesi. La penisola, infatti, come tutta la costa del basso Garda, era luogo di villeggiatura di famiglie altolocate, come dimostra il rinvenimento di almeno tre ville, delle quali soppravvivono solo le rovine chiamate appunto “Grotte di Catullo”.

Le Grotte di Catullo, che coprono un’area di due ettari, costituiscono la più imponente zona archeologica dell’Italia settentrionale. La vastità del sito e la scarsità di resti facilmente interpretabili rendono però difficile al turista inesperto una visita che gli permetta di orientarsi in modo soddisfacente. Il visitatore che si aspetta rovine simili a quelli di Pompei rimarrà sicuramente deluso: della villa vera e propria non è rimasto quasi nulla, ciò che si può vedere sono le sostruzioni, cioè le poderose opere murarie destinate a sostenere l’edificio e collocate al di sotto di esso, ed alcuni ambienti di servizio. Nonostante ciò, il fascino di questo luogo non passò inosservato ai visitatori del passato, che seppero cogliere l’armonia della fusione delle antiche pietre rosate con il paesaggio unico in cui sono immerse. Saper apprezzare contemporaneamente i segni dell’antichità e la bellezza della natura rende completa e indimenticabile la visita.

grotte di catullo sirmione

Oltre alle sue bellezze naturali, Sirmione aveva una certa importanza nel sistema viario romano: si trovava infatti sulla via Gallica, l’antica strada che attraverso Bergamo e Brescia arrivava a Verona, dove si collegava con la via Postumia che, costruita nel 148 a.C., univa Genova ad Aquileia. A Desenzano la via Gallica proseguiva verso Peschiera lungo la costa, attraversando Rivoltella e Colombare.

L’Itinerarium Antonini, un testo del III sec. d.C., testimonia l’esistenza di un luogo dove i viaggiatori potevano sostare, la mansio Sermione, situata a metà strada tra Brescia e Verona. Gli studiosi ritengono che l’ antica mansio si trovasse nella località Vecchia Lugana, dove sorge un edificio che già a partire dal XV secolo è indicato dalle carte come Osteria o Betola, cioè posto di sosta e di ristoro. Qui la strada romana si raccordava con l’antica via per il borgo, l’attuale via Lucchino, ora passeggiata pedonale lungo la sponda orientale del lago. Proseguiva poi verso Peschiera, più rasente alla riva rispetto all’attuale statale 11.

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